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[collaborazioni]

Interferences

Un'installazione di Matteo Sisti Sette e Maribel Pozo Ruiz

Interferences è un'installazione che reagisce alle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari. Un sistema simulato di vita artificiale genera suono ed immagini in movimento che vengono visualizzate su uno schermo di retroproiezione di 2 metri per 1,5 circa, e il cui aspetto ricorda quello di un organismo vivo. Le onde elettromagnetiche dei telefonini dei visitatori, captate dall'installazione, provocano alterazioni visibili dell'aspetto e comportamento di questo organismo.

VIDEO: La nostra amica Laurie Bender pova Interferences al Museu de l'Hospitalet (2008).

img_keyring_altI sensori di onde elettromagnetiche, situati dietro lo schermo, sono stati creati manipolando dei portachiavi giocattolo dotati di LED che si illuminano in presenza di radiazione emessa da un cellulare vicino. Questi portachiavi erano popolari all'epoca e si trovavano facilmente in qualsiasi bazar. Ogni sensore è composto da vari portachiavi, connessi ad un circuito progettado ad-hoc. I vari sensori sono a loro volta collegati ad un microcontroller Basic Stamp che digitalizza i valori di intensità misurati e invia i dati al computer. Héctor López ha realizzato per noi le schede a circuito stampato (con tanto di scatole, connettori, ecc.) basandosi sui miei schemi.

Il software che esegue la simulazione di vita artificiale e genera le immagini proiettate è scritto in Processing. La parte audio è scritta in Pure Data e riceve dati da Processing via TCP/IP. Il sistema di vita artificiale non è particolarmente complesso. È fatto di "cellule" che nascono, si riproducono e muoiono. Visualmente, queste cellule sono rappresentate da semplici figure geometriche (ognuna è costituita da due quadrati parzialmente sovrapposti) e ognuna di loro è unita fisicamente alla sua cellula "madre", in una struttura ad albero. Delle foto sono usate come textures per le cellule. Unendo geometrie algoritmiche con materiale fotografico, cerchiamo un'estetica diversa da quella che normalmente viene associata alla vita artificiale. Lo scopo non è visualizzare un sistema complesso per studiarne il funzionamento, bensí utilizzarlo come mezzo per ottenere un risultato estetico.

Quando si rileva la presenza di onde elettromagnetiche, le cellule iniziano a mutare, con una probabilità crescente in funzione dell'intensità della radiazione. Dietro lo schermo vi sono diversi sensori, per cui nelle zone dove la radiazione è maggiore si produrranno più mutazioni. Le cellule mutate hanno parametri di comportamento diversi (dimensioni medie, aspettativa di vita, velocità di movimento, tendenza a riprodursi) e sono "dipinte" con fotografie diverse.

Interferences è stata esposta nel 2006 a Caixaforum Barcelona nell'ambito di un'esposizione del collettivo MAD04, e nel 2008 individualmente al Museu de l'Hospitalet.